Brevi
Cenni della Vita di S. Elia Profeta
Il mondo tutto, con le sue mirabili leggi ed armonie, ci parla di Dio,
creatore ed
Anche 9 secoli prima di Cristo gli uomini d'Israele vivevano dimentichi
di Dio, il Quale volle, per richiamarli alla vera fede, suscitare un Uomo: Elia,
che potesse opporsi all'invadenza dell'idolatria nella terra d'Israele.
Elia! Questo Uomo di Dio, tanto caro ai nostri cuori di peschiciani,
tanto potente
presso
il trono dell'Altissimo, guidi i nostri passi verso il Signore, illuminandoci a
fare il bene ed evitare il male.
In S. Elia Profeta troviamo: l'apostolo, il perseguitato ed il prediletto
di Dio.
L’APOSTOLO
S. Elia nacque in Thesbe (nell'anno 3093 dalla creazione del mondo), 960
av. C., e pare suscitato apposta dalla Provvidenza per opporsi all'idolatria e
specialmente al culto di Baal, che Gezabele ed Acab avevano introdotto in
Israele.
Acab aveva preso per moglie Gezabele, figlia del re di Sidone, e volle
introdurre nel suo regno gli dei ed i riti di quella gente, perciò fece
edificare in Samaria un tempio a Baal e comandò che questo falso dio fosse
adorato da tutti i suoi sudditi.Aveva dimenticato Acab il comandamento, che il
Signore nell'Esodo aveva dato al suo popolo: " Non avrai altro Dio avanti
di Me “ .
Non poteva il cuore ardente di Elia permettere che al posto del vero Dio
fosse adorato un dio falso e bugiardo in Israele, popolo eletto di Dio. Sorse il
profeta Elia come fuoco e la sua parola ardeva come fiaccola (Sap. 48, 1-2).
Si presentò intrepido ad Acab e francamente l'apostrofò: " In nome
dell'Altissimo, alla cui presenza mi trovo, giacché avete abbandonato il culto
del vero dio, in questi anni non cadrà né pioggia né rugiada su Israele, se
non alla mia parola!”. E per tre anni e sei mesi non piovve, né cadde rugiada
sulla terra per ridurre gli ingrati figli d'Israele a riconoscere come loro
unico Dio il Dio di Abramo.
Trascorso questo tempo, il profeta Elia si presentò ad Acab, il quale,
furibondo, appena l'ebbe visto grido: " Sei qui: o ribaldo, tu che turbi
tutto Israele ?” Elia intrepido rispose: " Non sono affatto io, ma tu
turbi Israele, avendo tu abbandonato il Dio dei padri tuoi per adorare Baal! e
perché si conosca alla prova quale sia il vero Dio, fa che si radunino sul
monte Carmelo tutti i sacerdoti di Baal “ .
Il re accondiscese, e con i sacerdoti di Baal si radunò Israele, al
quale Elia disse: “E fino a quando voi vorrete zoppicare da due parti? bisogna
dunque provare se il vero Dio sia Baal, oppure il Dio di Abramo, d'Isacco e di
Giacobbe. I sacerdoti di Baal innalzino un altare, vi sovrappongano la vittima
alle legna e sotto non vi mettano fuoco. Io farò altrettanto; ciascuno invochi
il suo Dio, e quegli che manderà il fuoco dal cielo per consumare la vittima,
sarà il vero Dio!”.
Il popolo accettò la sfida. I sacerdoti di Baal allora sull'altare
eretto posero un bue ucciso e cominciarono ad invocare: " o Baal ascoltaci,
esaudiscici ! “.
Vane furono le loro preghiere. Quei sacerdoti ingannatori pregarono dal
mattino al mezzogiorno, ma non ebbero l'effetto desiderato. Cosa volevano quegli
uomini da un idolo, opera delle loro mani? Non sanno che ”simulacra gentium,
argentum et aurum, opera manuum bominum? “.
Questi dei, al dire del salmista, hanno la bocca, senza mai parlare;
hanno gli occhi, senza mai vedere, hanno gli orecchi, senza mai udire; hanno le
mani, senza mai palpare.
Allora il Profeta Elia raccolse dodici pietre, simbolo delle dodici tribù
d'Israele; ricostruì l'altare del vero Dio già abbattuto dagli idolatri, vi
pose la legna, la vittima, e fece tre volte versare tant'acqua che tutto
l'altare ne era inondato. Poi, avvicinandosi all'altare, pregò così: "
Signore Iddio d'Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, degnati ascoltarmi e fa oggi
conoscere a questo popolo che Tu sei il vero Dio “.
Ecco il prodigio ! all’improvviso cadde il fuoco dal cielo, che consumò
l'olocausto.
A quella vista tutta la moltitudine esclamò: " Il Dio di Elia è il
vero Dio! “. E quel Dio, adorato dal popolo d'Israele rimarrà il nostro unico
vero Dio.
E perché la parola infuocata di Elia potesse conquistare più facilmente
i cuori degli uomini, il Signore Gli dette ampio potere di operare miracoli come
lo dimostrano i tre miracoli operati nella casa della ospitale vedova di
Sarepta. A questa donna infatti non solo risuscitò il figlio, ma in premio
della sua carità e generosità, non le fece mancare né farina nella madia, né
olio nell'orciuolo, fino a che il Signore mandò la pioggia sulla terra.
IL
PERSEGUITATO
L'uomo di Dio sa che per essere un autentico apostolo deve accettare di
buon animo tutte le mortificazioni. Sono le croci, le sofferenze che danno
all'apostolato tutta la
sua
riuscita. Non poteva il nostro S. Elia essere esonerato dalle persecuzioni di
Acab, e, più di
lui,
di Gezabele, perché troppo crudeli e fanatici del loro idolo.
Era stata decretata la morte per il Santo profeta, dopo che Questi ebbe
minacciata la carestia. Ma il Santo Patriarca, avvertito da Dio, andò a
nascondersi vicino al torrente Carit. lvi non poteva rifocillarsi, perché gli
mancavano gli alimenti necessari. Il Signore, che non abbandona mai i suoi
servi, gli mandava alcuni corvi, i quali mattina e sera dovevano portargli pane
e carne.
E dopo il prodigio operato sul monte Carmelo, Gezabele si inferocì di più
per la
morte
dei sacerdoti di Baal e giurò di vendicarsi con la morte di Elia, che n'era
stato l'autore. Ma il Santo, saputolo si mise in salvo, fuggendo nel deserto
dove, stanco del cammino, si gettò all’ombra di un ginepro e si addormentò.
Ecco allora un Angelo con pane ed acqua, che svegliatolo gli disse: "Elia
alzati e mangia “.
Elia ubbidì, e, adagiatosi nuovamente, riprese il sonno, ma l'angelo lo
ridestò e gli ingiunse di mangiare di nuovo, perché restava da fare ancora un
lungo cammino. Il Profeta ubbidì per la seconda volta e con questo solo cibo
viaggiò quaranta giorni e quaranta notti sino al monte Oreb.
Elia trovò nelle sofferenze sollievo e conforto all'ombra del ginepro,
figura della croce, e con il ristoro del pane ed acqua, simbolo della SS.
Eucarestia.
L'anima cristiana nel cammino verso il Cielo incontra delle croci. Non
devono spaventarla, anzi devono incoraggiarla ad accettarle, perché sa che,
attraverso le rinunzie, le croci e le mortificazioni, si raggiunge la gloria
eterna.
Con l'amore tutte le pene si raddolciscono, le croci perdono la loro
durezza, le spine le loro punture (III Imit. V. 3).
IL
PREDILETTO
Venuti un giorno Eliseo ed Elia da Gerico sulle rive del Giordano, Elia
prese il suo mantello e divise con esso le acque, e così entrambi passarono a
piedi asciutti all'altra sponda.
Mentre di là camminavano e discorrevano, ecco dal cielo un carro di
fuoco, tirato da cavalli fiammeggianti, che rapisce Elia e lo trasporta per le
vie dell'Empireo.
I1 nostro Santo tornerà quaggiù alla fine del mondo per combattere
l'Anticristo, secondo una credenza molto diffusa, e poi assistere al giudizio
finale.
Come Giovanni Battista, che aveva lo spirito e le virtù di Elia, fu il
primo precursore di Cristo nella sua prima venuta qual Redentore amabile, così
Elia sarà il secondo precursore nella seconda venuta di Gesù qual giudice
tremendo.
S.
ELIA PROTETTORE di PESCHICI e DIVOZIONE verso di LUI
Sin dalla fondazione di Peschici, il Profeta Elia n'è il Protettore.
I primi abitanti di Peschici, Dalmati e Schiavoni, si miser
immediatamente sotto a protezione del Santo, ce essi stessi avevano importato
dall'Oriente.
E’ tradizione che la magnifica statua del Santo fosse stata dimenticata
dai Peschiciani, che 1'avevano abbandonata nella Cappella della Madonna delle
Grazie.
Uno stuolo di grossi bruchi, quasi cavallette, oscurò ad un tratto il
sole, minacciò di distruggere orti, vigneti, campi, oliveti, e persino gli
stessi cittadini non potevano uscire fuori di essa.
Il caso era disperato; ognuno proponeva sul da farsi. Allora un vecchio,
certo Giuseppe De Nittis, avo di Ignazio De Nittis fu Michele, alias ignazione,
propose di andare in chiesa, spolverare la statua del Protettore e portarla per
le vie del paese in abito di penitenza.
Arrivata la processione alla via Castello, non poteva più procedere per
un vento fortissimo .
Ritornati in chiesa, si pregava da tutti ed in men di un'ora tutto cessò
e ritornò il sereno.
Alla spiaggia si trovò uno strato di nero alto circa due palmi. Quel
vento provvidenziale, sorto durante la processione, aveva ammonticchiato alla
riva quell'immenso stuolo di bruchi, che non dovevano più minacciare i beni di
Peschici.
Si osservò la natura di questi bruchi e sotto le ali due iniziali d'oro:
I e D, interpretate dai dotti del tempo: " Ira Dei”.
Da quel prodigio la fede e la venerazione dei Peschiciani verso S.Elia
andò sempre più crescendo. Ovunque un Peschiciano si trovi, il suo pensiero va
al caro Santo, che aiuta i suoi devoti nei momenti di supremo pericolo,
d'infermità o siccità.
Ogni anno, il 20 luglio, solennemente il Santo Profeta viene festeggiato
ed a questa festa tutti i peschiciani partecipano o con la loro presenza o, non
potendo, con il loro spirito.
I genitori trasmettono ai loro figli la fede e la divozione nel caro
Santo, il Quale guida e protegge sempre chi a Lui ricorre.
O Santo nostro Patrono, accogli la preghiera del sacerdote del tuo Dio:
“Dona ai diletti figli di Peschici il tuo vivo amore per il Signore, perché,
amando Dio, regni in tutti la Grazia, la Carità, la Pace nei cuori e col
prossimo.
Benedici tutti, ma in modo speciale sofferenti ed i fanciulli, che devono
essere avviati all'amore di Dio”.
Con approvazione ecclesiastica.
Il revisore
P.
Emanuele Bastardi O. F. M.